Intervista a Nadia Galliano che scrive sul tema dell’HIV

Di Alice Nebbia

Classe 1988, uno sguardo giovane e attento e una voce che fa trasparire tutta la passione e la competenza per la professione che svolge. Così si presenta la dottoressa e giornalista scientifica Nadia Galliano, autrice del romanzo Seguimi con gli occhi recentemente pubblicato, in collaborazione con ANLAIDS, l’associazione che da moltissimi anni si occupa di sensibilizzare le persone, in particolare i più giovani, sul tema dell’HIV.

ANLAIDS nel corso degli anni ha cercato di rompere il silenzio su questo problema tanto attuale quanto delicato, cercando in misura sempre maggiore di dargli voce tramite i canali di comunicazione, che oggi ancor più di ieri, portano l’informazione in maniera immediata alle persone.

La genesi di Seguimi con gli occhi  risale a febbraio 2018 e ha visto la rete come strumento fondamentale per la creazione del romanzo. Il libro è nato, infatti, da una campagna di crowdfunding, ed è stato poi pubblicato dalla casa editrice Bookabook, con il supporto e la collaborazione di ANLAIDS.

Il romanzo ha come cornice la prevenzione e la sensibilizzazione sul tema dell’HIV, al centro, i protagonisti del libro, nel rispetto della privacy, sono persone realmente affette dal virus. Seguimi con gli occhi , come suggerisce la dottoressa Galliano, presenta un linguaggio scientifico, ma non da manuale. L’idea del titolo, di «seguire con gli occhi», nasce dall’osservazione delle persone e dal fatto che gli occhi sono il miglior riflesso dell’animo e del cuore dell’individuo.

La volontà di scrivere un romanzo, spiega la dottoressa, parte dalla sua esperienza professionale. In prima persona si è chiesta come fare ad arrivare al pubblico per discutere il problema dell’HIV. Unire la sua conoscenza e la sua competenza medica alla passione per la scrittura, per raggiungere la mente e il cuore del lettore, è stata la risposta.

Nel raccontarsi, i pazienti sieropositivi protagonisti del romanzo, si sono «fidati e affidati» a lei, esternandole il loro vissuto e lei stessa si è sentita responsabile di una grande missione: restituire queste storie vere, tramite le pagine del libro, con delicatezza e responsabilità.

Durante l’incontro con i B.Livers, la dottoressa esorta a riflettere sui dati della malattia: ogni anno circa 4000 nuovi casi di HIV in Italia, in una fascia di età che si abbassa precipitosamente sotto ai 25 anni. Scarsa informazione sul tema e rapporti sessuali non protetti fanno in modo che il contagio aumenti e dilaghi. Ancor più preoccupanti sono i dati che riguardano il sommerso, vale a dire le persone che hanno contratto il virus, ma non sanno di essere sieropositive.

I primi sintomi dell’HIV, infatti, si manifestano in maniera subdola e vengono spesso confusi con una banale influenza. Se la persona ritiene di essersi esposta a un rapporto rischio, è pertanto molto importante che si rivolga a un medico e si sottoponga al test (oggi disponibile anche in farmacia).

Nonostante la storia dell’HIV abbia radici antiche, ancora oggi i tabù e i luoghi comuni legati a questa malattia sono moltissimi. Tra questi, sottolinea la dottoressa, pensare che il problema non possa toccare direttamente il nostro vivere, la nostra sfera quotidiana, la nostra rete di conoscenze e amici. Non è così.

L’HIV esiste, non si può guarire, ma si può curare ed è possibile prevenirlo con una campagna d’informazione capillare che arrivi direttamente alle persone, ai più giovani in particolare. È importante parlare e affrontare il problema con una comunicazione che dovrebbe continuare nell’ambiente familiare. Al tempo stesso non bisogna isolare chi è sieropositivo, perché la sua vita possa svolgersi nel modo più normale e sereno possibile. Tante sono le associazioni che aiutano queste persone, così come gli sportelli d’ascolto necessari per supportare il peso psicologico della malattia.

Perché spesso la pesantezza dello stigma fa più male della malattia stessa, e si traduce per la persona, in un labirinto buio senza una via d’uscita. Seguimi con gli occhi  ci insegna a conoscere e a vincere la paura dell’HIV non con il silenzio, ma con le parole, con una scrittura emotiva che arriva diretta al cuore del lettore.