Guerra civile libica – La storia del conflitto

Di Edoardo Grandi

È difficile ricomporre il drammatico mosaico delle forze in campo in quella che è ormai definita come seconda guerra civile libica, esplosa nel 2014 dopo un paio d’anni di relativa calma o conflitti a bassa intensità seguiti al rovesciamento di Gheddafi. Attualmente le due fazioni maggiori sono rappresentate da Fayez al-Sarraj e da Khalifa Belqasim Haftar. Il Governo di Accordo Nazionale guidato da al-Sarraj, e insediatosi a Tripoli nel 2016, viene inizialmente riconosciuto dall’ONU, e appoggiato da Stati Uniti e Unione Europea. La sua autorità e influenza appaiono però sempre più deboli, con il crescere del potere militare e territoriale del rivale generale Haftar, che ha proclamato un proprio governo con sede a Tobruk, in Cirenaica. Lo scenario è reso ancor più complicato dalla presenza di gruppi jihadisti e soprattutto dal coinvolgimento dei governi di altri Paesi. Al-Sarraj è sostenuto dal presidente turco Erdogan (che sul campo ha schierato suoi uomini e armamenti), dal Qatar (ultimamente più defilato) e da un’Unione Europea in ordine sparso e ambiguo. Infatti il presidente francese Macron si è esposto a favore di Haftar, già sorretto massicciamente con aiuti militari ed economici da Russia, Egitto ed Emirati Arabi Uniti. Per ora la diplomazia e la politica internazionale stanno fallendo, e la parola resta alle armi. E attenzione: in ballo non c’è solo il petrolio libico, ma un enorme interesse geopolitico da parte dei vari attori per estendere la propria influenza attorno al Mediterraneo e in Medio Oriente.

CRONOLOGIA DI UN SECOLO.

XVI secolo – 1911

Il territorio dell’attuale Libia fa parte dell’Impero Ottomano.

1911-1912

Con la presidenza del Consiglio di Giovanni Giolitti, il Regno d’Italia dichiara guerra all’Impero Ottomano e occupa le regioni libiche di Tripolitania e Cirenaica.

24 luglio 1923

Il Trattato di Losanna sancisce definitivamente la piena sovranità italiana su Tripolitania e Cirenaica.

15 settembre 1931

Esecuzione di Omar al-Mukhtar, ultima guida della resistenza libica all’occupazione italiana.

1934

Dopo l’espansione del controllo coloniale sulla maggior parte del territorio libico, l’Italia proclama il Governatorato Generale della Libia, amministrato dai Commissariati provinciali di Tripoli, Bengasi, Misurata, Derna e Territorio Militare del Sud.

1939

Alla vigilia della Seconda Guerra Mondiale, la presenza di coloni italiani in Libia raggiunge circa il 13% della popolazione.

Una foto del presidente Gheddafi

1943

Durante la guerra, la Libia è conquistata dalle truppe Alleate.

10 febbraio 1947

Il Trattato di Pace di Parigi assegna alla Gran Bretagna Tripolitania e Cirenaica, e alla Francia il Fezzan (regione del sud-ovest al confine con l’Algeria).

24 dicembre 1951

Dichiarazione d’indipendenza del Regno Unito di Libia, sotto il re Idris al-Sanusi.

14 dicembre 1955

Adesione all’ONU. Negli stessi anni, inizio dello sfruttamento dei giacimenti petroliferi ad opera delle principali compagnie mondiali, che detengono il 50% degli utili.

1 settembre 1969

Un gruppo di ufficiali destituisce re Idris. Proclamazione della Repubblica Araba di Libia, guidata dal Colonnello Mu’ammar Gheddafi. Inizio della nazionalizzazione delle imprese e possedimenti italiani. Chiusura delle basi militari statunitensi e britanniche.

1969-2011

Regime di Gheddafi. Il lunghissimo periodo al potere del Colonnello è stato contraddistinto da molte ambiguità, apparenti contraddizioni e scelte più che discutibili, quando non apertamente condannabili e sanzionate dalla comunità internazionale. Sul piano interno si è assistito a un notevole sviluppo, grazie anche alle maggiori entrate petrolifere, al prezzo però altissimo di una repressione brutale nei confronti di tutti i gruppi di opposizione. In politica estera, la Libia si è proposta più volte come leader di possibili federazioni panarabe in Nord Africa e Medio Oriente, ma senza successo. Allo stesso tempo, ha sostenuto, specie negli anni ’80, svariati movimenti di liberazione nazionale in diversi Paesi, ma anche gruppi terroristici.

1970

Confisca dei beni dei cittadini italo-libici, e loro espulsione dal Paese.

2 marzo 1977

Proclamazione della Grande Giamahiria araba libica popolare socialistaGiamahiria è un neologismo coniato da Gheddafi e traducibile con Repubblica delle masse, e i suoi principi sono contenuti nel cosiddetto Libro Verde (con riferimento al Libretto Rosso di Mao). Si tratta di un populismo autoritario dove manca la separazione dei poteri delle democrazie, con vaghi accenni a principi socialisti, uniti ad un nazionalismo panarabo e musulmano, e la cancellazione dei partiti politici.

21 dicembre 1988

Attentato di Lockerbie, in Scozia. Un aereo di linea in volo da Londra a New York esplode a causa di una bomba a bordo: 270 morti.

13 novembre 1991

FBI e polizia scozzese individuano gli autori materiali dell’attentato, che avrebbero agito per conto del governo libico.

15 aprile 1992

Una risoluzione dell’ONU sancisce un duro embargo economico nei confronti della Libia.

5 aprile 1999

Il governo di Tripoli consegna i sospettati. Di essi, solo uno verrà giudicato colpevole e condannato all’ergastolo.

Anni 2000

Riavvicinamento alle democrazie occidentali, allontanamento dall’integralismo islamico.

30 agosto 2008

Trattato di Bengasi. Gheddafi e il Presidente del Consiglio italiano Berlusconi firmano un Trattato di Amicizia e Cooperazione. Il trattato prevede tra l’altro il pagamento da parte dell’Italia di 5 miliardi di dollari come risarcimento per il periodo coloniale italiano.

Febbraio – ottobre 2011

Sull’onda della cosiddetta Primavera Araba, che interessa diversi stati, il malcontento di buona parte della popolazione sfocia in proteste e manifestazioni contro il regime di Gheddafi. Gli scontri di piazza sono durissimi, e la repressione da parte del governo è feroce, con alcune centinaia di morti tra i manifestanti. La variegata opposizione anti-Gheddafi (che vede allearsi gruppi diversissimi tra loro, come molti militari dell’esercito libico, esponenti di alcune delle 140 tribù che compongono la popolazione, elementi jihadisti) si riunisce in maggior parte nel Consiglio Nazionale di Transizione(CNT). Il Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite approva una risoluzione che prevede un intervento militare per salvaguardare la popolazione civile, ma che di fatto si concretizza in un massiccio intervento contro le forze lealiste, favorendo così il CNT.

20 ottobre 2011

Tripoli cade in mano ai ribelli, e Gheddafi si rifugia nella sua città natale, Sirte, dove può godere ancora di un certo appoggio. Un drone USA individua il convoglio in cui viaggia il Colonnello, che viene colpito dai missili di aerei francesi. Catturato vivo da esponenti del CNT, Gheddafi viene da loro ucciso.